Le trentine sono carte in stile italiano.
Il mazzo è composto da 40 o 52 carte; le "figure" (o "carte vestite") sono intere, di disegno arcaico, con soli cinque colori privi di sfumature (bianco, nero, blu, giallo, rosso).
Misurando 54×100 mm, sono più tozze delle trevigiane. Il valore delle carte dal 2 al 7 è riportato negli angoli. Il mazzo è riconoscibile per via dei re tutti e quattro assisi in trono.
Spicca quello di denari col bollo d'imposta fra le gambe.
Originariamente i motti riportati sugli assi, variavano a seconda dello stampatore. I motti attuali si affermarono nel XIX secolo e, con minime variazioni di edizione, sono:
sull'asso di coppe: «per un punto Martin perse la cappa»;
sull'asso di bastoni: «se ti perdi tuo danno»;
sull'asso di spade: «non ti fidar di me se il cuor ti manca»;
sull'asso di denari: «non val sapere a chi ha fortuna contra».
Il fante di spade è diverso dagli altri essendo barbuto, inoltre regge una testa mozzata con la mano sinistra ed è chiamato comunemente pampalugo (mamalùc in friulano) o vecia (vecchia). Questo fante ha un ruolo importante in alcuni giochi in cui il giocatore cui rimane in mano alla fine della partita, perde.
In alcune zone tutti i fanti sono detti vecie e in particolare quello di spade è detto vecia scapelada (vecchia senza cappello).
I denari sono gialli e azzurri e decorati in modo molto delicato.
Di questo seme (noto anche come ori), il sette e il dieci assumono, come anche in altre regioni, l'appellativo belo (bello).